LETTURE NEGLETTE (manga): Paradise Kiss - Ai Yazawa

Vi è mai capitato di terminare una lettura, o la visione di una serie tv e sentirvi come se per settimane sarebbe stato impossibile leggere e parlare di altro? Sono sicura vi sia capitato, non mentite a voi stessi, perché so che avete riempito la memoria del vostro telefono scaricando immagini su immagini, salvato link di video su youtube, o spammato ai vostri amici. Ebbene, questa è una delle tante volte in cui mi sono trovata nella vostra stessa situazione, da fangirl disagiata!
👗Di chi e grazie a chi ci appassioniamo:
Titolo: Paradise Kiss (o Parakiss)
Mangaka: Ai Yazawa
Genere:Josei, scolastico, slice of life, sentimentale
Editore: Planet Manga
Volumi: 5
Stato: completato
VOTO storia: 🕮🕮🕮🕮🕮

VOTO disegni:🕮🕮🕮🕮🕮






👗La storia che leggiamo: Yukari Hayasaka, studentessa al suo ultimo anno di liceo, è da sempre dedita allo studio e attenta a non commettere sbagli per poter intraprendere, in futuro, una perfetta carriera lavorativa, desiderata in realtà più dai suoi genitori che da lei stessa. Ma sarà proprio nel tragitto da casa a scuola, tra le strade di una Tokyo moderna e caotica, che Yukari verrà rincorsa da un ragazzo strambo, Arashi, che la trascinerà in una vita totalmente opposta, per ideali e sogni, alla propria. Yukari inizierà a scoprire le molteplici vicende che una vita può avere, inizierà a capire ciò che desidera davvero per sé stessa, decidendo di emanciparsi da una realtà chiusa e opprimente. Sarà anche grazie alle personalità forti e sognatrici conosciute nell’Atelier, che improvvisamente le chiedono di far loro da modella, che lascerà cadere il grigiore dei suoi anni adolescenziali, sapendo di poter vivere e sperimentare, come la vera amicizia, o un amore tanto intenso quanto dolce e doloroso. L’ambiente che farà da sfondo alle vicende sarà ancora una volta la scuola d’arte Yaza, con alcuni dei suoi studenti che abbiamo imparato a conoscere in un altro manga di Ai Yazawa, “Curiosando tra i cortili del cuore” (o se preferite GOKINJO MONOGATARI). Paradise Kiss è infatti il seguito di CORTILI, sebbene accanto a facce conosciute non mancheranno nuovi personaggi, come Seiji Kisaragi, la stessa Yukari, George e molti altri.



<<In mezzo al labirinto di strade interconnesse che si dipanava da una delle vie posteriori, c’era uno scantinato. Era perennemente avvolto da un profumo misterioso e dolce, come quello dei forni cinesi quando si preparano i dolci. Attraverso le pareti dipinte rosa shocking, rimbombavano suoni isterici. All’interno un vecchio bancone, un tavolo da biliardo…E tre grandi macchine da cucire. Loro lo chiamavano l’Atelier. Questo posto, che assomigliava a un nascondiglio>>







Filo conduttore tra le vite dei personaggi è l’amore per l’arte e per la moda, così forte da essere ossigeno, sinonimo di via di uscita, di sopravvivenza contro ogni bruttura e condizionamento sociale. Un manga coinvolgente a cui non mancano gag giustapposte, e che esplora il desiderio di crescere e di affermarsi, di demolire pregiudizi legati al modo di vestire o al semplice taglio di capelli, di essere accettati per ciò che si desidera essere, o per ciò che si è.

La Yazawa ha infatti creato personaggi stravaganti e per nulla anonimi, restando comunque fedele alle tendenze d’alta moda che fanno da cornice all’intera narrazione. Miwako con i suoi abiti lolita e i suoi capelli rosa shocking, o Arashi con un aspetto e atteggiamento profondamente punk, restano impressi ad un solo sguardo, George così elegante e dandy capace di creare e confezionare capolavori, o Isabella il cui passato è uno spunto per affrontate temi più forti e talvolta visti di sottecchi.
La storia, immersa nella quotidianità, è ben lontana dall’essere banale o semplice, lo percepiamo dalla decisione della mangaka che ancora una volta pone al centro personaggi maturi, nel pieno passaggio dalla adolescenza all’età adulta, in cui commetteranno degli sbagli, poiché ancor prima di essere maturi sono umani. Ognuno di loro è travolto da scelte, da dubbi, contrasti, sogni e emozioni che li condurranno su strade diverse o comuni

<<…anche se non avevo avuto la fortuna di nascere donna, indossando abiti femminili è rinata in me la speranza, come fossi avvinta da un incantesimo. Penso davvero che un bell’abito possa donare coraggio a chi lo indossa. […] spero che stavolta l’incantesimo abbia ammaliato anche te Carrie>>.

Ho apprezzato molto la sensibilità con cui Ai Yazawa ha esplorato questioni come la transessualità e l’omosessualità, forse non approfondendoli totalmente, ma inserendoli nelle vicende con una tale semplicità da integrarli nella normalità, contro ogni giudizio negativo o ogni sguardo vagante e imbarazzato, molto più presenti vent’anni fa quando il manga fu pubblicato, di adesso, specialmente in Giappone. Per questa studiata semplicità, nonostante passino gli anni, per me resterà un manga rivoluzionario. È un lavoro che cerca di mostrare le sfaccettature dei vite che sebbene siano distanti, possono comunque incontrarsi e influenzarsi positivamente. Yukari inizialmente tratterà con freddezza i ragazzi dell’Atelier, poiché le appariranno come dei scapestrati che gettano i loro sforzi in un campo che non darà profitto, contrapposto al futuro quadrato e consono voluto per lei. Sarà anche per questo motivo che accetterà restìa di far loro da modella, più come capriccio che come qualcosa in cui credere davvero. Non vi nasconderò che come tipico di ogni storia che si rispetti, questo atteggiamento muterà, sebbene non senza alti e bassi. I personaggi sono dunque ben delineati, inusuali e destinati a mutare lungo la strada, come la coppia principale.
Lo avevamo visto anche con Nana (quante petizioni ancora dobbiamo firmare per convincere la Yazawa a continuarlo??), le relazioni sono adulte, lontane dall’atmosfera rosa e fiori degli shoujo manga, sono profondamente vicine a noi, non hanno l’intento di costruire un castello né un principe (anche se George lo sembra davvero, un principe lol), ma di trasmettere entrambi i lati della medaglia che ti fanno apprezzare, allontanare o accettare chi si ha accanto. Ho passato le migliori ore accanto a questi cinque volumi, divertendomi, piangendo, traendone un insegnamento malinconico, che fa riflettere e che parla di indipendenza e determinazione.
La cosa bella di poter parlare di manga o di fumetti in generale? Beh miei cari, i disegni.
Vengo ogni volta incantata dal tratto pulito e marcato di Ai Yazawa. Per molto tempo il suo stile di disegno è stato criticato per i corpi troppo magri e longilinei, ma ai miei occhi sono perfetti, ricchi di particolari così studiati da costringere ad osservare la tavola per svariati minuti. Uno stile conforme alla tipologia di storia raccontata dagli stessi personaggi. Ciò che amo in particolare del tratto di Ai Yazawa, è la sua capacità di disegnare occhi così espressivi e caratteristici, o la capacità di alternare il chibi al disegno normale senza che le due versioni si contrastino nelle vignette. In questo modo il volume, i volumi, sono armonici e trasportano il loro lettore.
Per concludere, è un manga che ha segnato la mia adolescenza e che rileggerei anche adesso, perché si presta in realtà a qualsiasi fascia d’età (okay forse non proprio per tutti, magari lasciamo fuori gli ottantenni).

<<Fino a quel giorno ero vissuta correndo come un'ossessa dentro un tunnel buio, cercando di raggiungere l'uscita. Che però non era una semplice uscita, era un grosso buco bianco, e io ne ero terrorizzata>>

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